Durante la Veglia di preghiera in occasione della Festa del nostro S. Patrono, vissuta in Cattedrale Domenica 2 novembre, il nostro Vescovo ha rivolto ai tanti giovani presenti un accorato appello: "Giovani, amate il Crocifisso ed amate la vita!"
Riportiamo qui alcune parti del suo discorso.
"Abbiamo ascoltato testimonianze di persone che hanno dato vita al Signore senza venir meno alla fede e il Vangelo delle beatitudini. Stasera tutti assieme facciamo corona attorno al nostro protettore. Il vescovo in questi giorni ha il cuore turbato e ferito e dirà poche cose.
La chiesa, divina e umana, ha nella sua storia delle pagine oscure..."
"...Se guardiamo la reliquia del santo, quella è una pagina luminosa. Se abbiamo ascoltato le testimonianze, esse sono pagine luminose della storia della Chiesa. Se guardiamo al Cristo che ha annunciato le beatitudini e per annunciare questo programma è finito in croce, allora dico a voi in cattedrale che state scrivendo una pagina luminosa: amate il Dio crocifisso, amatelo fino in fondo! Di fronte alla croce ognuno può dire no. San Paolo nella prima lettera ai Corinti disse a coloro che dissero no al crocifisso: noi annunciamo il crocifisso, è la nostra identità e il nostro destino di cristiani. Oggi il cristiano è perseguitato perché il crocifisso è il nostro destino."
"...Un'altra parola dico a voi giovani, da papà di questa chiesa: guardate il Dio crocifisso, non è l'icona della morte ma è l'icona della vita, e non c'è nessuna vita se non a partire da lì. È il paradosso cristiano. Amate il crocifisso e amate la vita, tutta e di tutti, a partire dalla vostra. Non c'è nessun problema che non possa essere affrontato. Difendete la vita fino in fondo, lottate contro quella che il Papa chiama "cultura dello scarto". L'icona della vita ha le braccia aperte, è icona delle relazioni. Il cristiano è uomo e donna che ama l'uomo e vive con abbondanza e generosità le relazioni. Anche la nostra Chiesa che a volte vive pericolosi isolamenti deve aprirsi all'amicizia cristiana che viene dalla croce. Coltivate il coraggio di essere protagonisti nella società, non protagonisti del male, ce n'è troppo, ma del bene, in una società caotica e distruttiva. Un cristiano ama e fa il bene. Ascoltate la vostra coscienza, che sarà in grado di suggerirvi sempre dove sta il male e dove sta il bene..."
"...Lo diceva l'introduzione alla veglia: i nostri tempi sono molto diversi da quelli di san Giusto, ma per la fede c'è poca differenza. Un passaggio di san Giovanni Paolo II: nel 2000 è difficile credere? Sì, è difficile, non serve nasconderlo. Il Vescovo di questa Chiesa, di cui ha la responsabilità, dice che è difficile. Ma è possibile credere, ed è anche bello!" Viviamo questa veglia con la consapevolezza delle difficoltà ma anche col cuore aperto per dire: sì, Signore, a te e per te voglio dare la mia vita perché in te so che avrò realizzato la mia via."